La sicurezza e l’igiene alimentare sono l’insieme delle attività fondamentali che un’organizzazione deve mettere in atto per proteggere la salute dei consumatori dalle malattie di origine alimentare e dalle intossicazioni alimentari.
L’intossicazione alimentare si verifica quando il cibo viene contaminato da batteri, virus e altri batteri, facendo ammalare gravemente le persone che mangiano il cibo contaminato.
Di solito, l’intossicazione alimentare può essere curata a casa entro una settimana, ma a volte l’intossicazione alimentare può essere grave e richiedere cure mediche di emergenza.
Pertanto, capire come proteggere i consumatori dall’intossicazione alimentare è fondamentale. Soprattutto in un mercato globale, dove gli alimenti viaggiano tra continenti, spesso soggetto a normative differenti.
Oltre che i requisiti obbligatori, che vedremo sotto, ci sono degli strumenti di gestione volontaria che possono essere utili agli operatori del settore.
Per la gestione della sicurezza alimentare tornano utili gli standard internazionali per la sicurezza alimentare, attraverso lo studio dei processi aziendali si possono eliminare e ridurre i rischi legati alla produzione e al confezionamento degli alimenti.
Diamo un’occhiata al motivo per cui la sicurezza alimentare è importante.
Sicurezza alimentare: requisiti obbligatori
I requisiti obbligatori da rispettare per garantire la sicurezza alimentare e la salute dei consumatori sono molteplici. Essendo un ‘mondo’ molto frastagliato.
Partiamo con il dire che le normative in ambito alimentari, sono applicabili a tutte le realtà che si occupano della produzione, confezionamento, trasporto, commercializzazione e vendita in ambito alimentare.
Con in Reg CE 178/2002 il legislatore europeo, stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, la tracciabilità, istituendo anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, EFSA. Il cambio di passo avviene definitivamente nel 2004, con la nascita del ‘pacchetto igiene’.
Di queste emanazioni fanno parte il Reg CE 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari, ed il Reg CE 853/2004 che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale e regolamento.
Oggi giorno, anche se con varie modifiche, rimangono applicabili questi regolamenti, che definiscono i requisiti di applicazione del sistema HACCP, Hazard analysis and critical control points, sistema che permette la valutazione e la messa in attico di attività di prevenzione ed abbattimento dei pericoli alimentari, biologici, chimici e fisici.
Altre normative importanti per il settore, sono il Reg CE 1935/2005, per i materiali a contatto con alimenti, MOCA, Reg CE 10/2011, materiali plastici, ed il Reg 1169/2011 per l’etichettatura alimentare e le informazioni per i consumatori.
Senza tralasciare i Reg CE 2073/2005 sui limiti microbiologici ammissibili negli alimenti, ed il Reg CE 1881/2006 che definisce i limiti dei contaminanti chimici.
Volutamente abbiamo riportato ‘solamente alcuni’ dei requisiti che deve rispettare un’organizzazione alimentare. E viene facile comprendere quanto sia importante avere uno strumento di gestione che permetta la corretta interpretazione dei requisiti a tutela dei consumatori e delle organizzazioni.
Questo strumento sono le norme e gli standard di certificazione alimentare. I più importanti li riporteremo ed illustreremo nel prossimo paragrafo.
Certificazioni alimentari: strumento di gestione dei requisiti
Ci sono due principali motivi per i quali dovresti adottare una norma o standard di certificazione alimentare nella tua organizzazione.
Il primo è ovviamente, l’aiuto che danno per la gestione dei requisiti obbligatori di sicurezza alimentare, nel paese di produzione, e rispetto ai paesi dove viene commercializzato l’alimento. A tutela della salute dei consumatori.
La seconda motivazione, è perché vengono richieste dai mercati. Infatti sia per la grande distribuzione, che per i grandi attori commerciali, queste attestazioni, rappresentano, un’assicurazione di qualità per la sicurezza, qualità e legalità alimentare.
Come abbiamo appena visto, il ‘campo’ si allarga, andando oltre alla sicurezza alimentare. Diventa importante la qualità, ovvero la capacità di rispettare i requisiti definiti di un prodotto servizio, nel tempo. E la legalità, il rispetto di tutte quelle informazioni a corredo, ed attività, che non possono fuorviare il consumatore.
Per esempio, le diciture corrette da riportare sull’etichetta, il peso, ed altre. Le norme e gli standard alimentari possono riferirsi ad una gestione più organizzativa con un focus più generale sull’azienda, oppure a specificità di prodotto. Vediamo di seguito quelle più importanti:
- Certificazione ISO 22000: Sistema di Gestione della Sicurezza Alimentare, il “fondamento” di tutte le norme e gli standard di certificazione per la sicurezza, la qualità e la legalità degli alimenti;
- Certificazione ISO 22005: Sistema di Gestione della Tracciabilità di Filiera. L’adozione del sistema aiuta le organizzazioni a enfatizzare il processo “dal campo al tavolo” per i consumatori;
- Certificazione BRC. Lo standard privato del British Retail Consortium per la qualifica dei produttori della grande distribuzione anglosassone. Inizialmente nato per i produttori di private label delle stesse catene oggi richiesto anche per i produttori a proprio marchio;
- Certificazione IFS. In questo caso lo standard è di proprietà di un consorzio che nasce dalla grande distribuzione francese e tedesca, IFS Management GMbH, ed i suoi requisiti sono adottati anche da quella spagnola, belga ed italiana. Con requisiti e scopi similari;
- Certificazione FSSC 22000. Lo standard che nasce da una fondazione di grandi produttori ed unisce i requisiti della norma ISO 22000, della norma tecnica settoriale ISO 22002, e richieste comuni degli standard GFSI;
- Certificazione Global GAP. Lo standard internazionale GDO dedicato all’industria ortofrutticola. Tra i suoi requisiti, non ci sono solo quelli prettamente di sicurezza, qualità e legalità alimentare, ma viene richiesta anche la gestione dei pilasti di sostenibilità ambientale e socio economica;
- Certificazioni di prodotto. Definiscono particolarità specifiche di un prodotto, per esempio la certificazione biologica, No Ogm, Gluten Free, ed atre;
- Marchi collettivi. Marchi e riconoscimenti di tutale come DOP, DOC, IGT, SGT, ed altri. Che definiscono il rispetto di disciplinari di tutela di produzione o di indicazione geografica.
I più importanti standard di certificazione alimentare, BRC, IFS, FSSC 22000 e Global Gap, sono riconosciuti dalla Global Food Safety Initiative (GFSI), iniziativa che opera a tutela del commercio e della salute del consumatore, armonizzando i requisiti a livello internazionale.
In Italia lo standard alimentare più richiesto è quello che si riferisce alla certificazione IFS. Ti segnaliamo, per approfondirne nello specifico i requisiti, e le modalità di raggiungimento, l’utile guida che puoi consultare a questo indirizzo: https://www.sistemieconsulenze.it/certificazione-ifs/
I vantaggi dell’ottenimento di una certificazione alimentare
Vediamo quelli che sono i maggiori vantaggi di cui possono godere le organizzazioni certificate con uno standard alimentare:
- Migliorare la visibilità della tua azienda grazie alla presenza nei portali degli standard alimentari;
- Facilitare e velocizzare i processi di qualifica come fornitore;
- Diminuire gli audit di qualifica;
- Migliorare i rapporti con gli organi di controllo;
- Migliorare i processi aumentando la produttività e diminuendo gli sprechi;
- Adottare un sistema di gestione per la qualità documentate, che permetterà di prendere decisioni basate su dati ed evidenze;
- Adottare i principi per il miglioramento continuo;
- Adottare sistemi per la valutazione e mitigazione dei rischi biologici, chimici, fisici e radio conducibili, a tutela della salute del consumatore;
- Mettere in atto attività di tutela contro le frodi alimentari, ed attività illecite di adulterazione intenzionale, a tutela dei propri prodotti, clienti e consumatori;
- Avere una gestione in compliance dei requisiti applicabili;
- Migliorare la comunicazione interna ed esterna nell’ordinarietà e nelle attività di emergenza ed allerta;
- Migliorare la capacità di gestire i requisiti del cliente dalla fase contrattuale, fino alla progettazione di un prodotto e rilascio dello stesso.